Chi e' lo " SPORT MENTALIST " ?
Apriamo un capitolo nuovo nell’approccio tra “tecnico e atleta”,
visto che da anni è usanza affidare i blocchi mentali a persone
(psicologi – sport mental coach) che cercano di ridurre ogni emozione
negativa, giustamente riflesso sia in prestazione positiva che ahimè
negativa, per trovare poi pace“mentale“ in una nuova programmazione per
nuovi obiettivi .
Un’immagine innovativa per trasmettere a voi
lettori della nostra rivista qualcosa, o meglio qualcuno, che sappia
trasmettere sensazioni e riflettere le emozioni per capire quanto ci sia
spesso di giusto e di logico, ma anche mancante nello stile di vita di
uno sportivo, sia esso amatore o professionista.
Per anni ho sempre cercato di dare una
spiegazione logica al mio lavoro, per anni ho cercato di darmi un
“titolo” oltre quello classico di ogni attestato d’obbligo che fa parte
di una formazione comune di chi vuole iniziare un percorso lavorativo e
un futuro in esso.
Pezzi di carta li definisco io, segnano un obiettivo
raggiunto che fa parte della crescita, ma non delineano mai le capacità
finali nel saper essere oltre i medesimi, quindi saper creare stile
lavorativo, che ne enfatizzi ogni parte tecnica e letteraria.
Un giorno, dopo anni di ricerca nei miei
studi, dove il “perché“ trova sempre nel “perché“ il suo amico/nemico,
dove la tecnica spiega con la matematica delle formule che se applicate
nello sport aiuta tanto, ma non danno mai la certezza di un ovvio
risultato (e non solo nello sport…), ho forse trovato un pochino di
pace, se così la posso definire, visto che spesso la solitudine mi
avvolge, come tutti quelli che percorrono nuove strade e girandosi
vedono solo “il buio”.
Dicevo, allora per caso, nelle mie notti
insonni, dove il mio tablet segue la rete e nuovi input su cui trovare
risposte, dove ogni sogno si mischia nella ricerca del sapere e del
credere, passando da trattati di psicologia, dove Freud racconta nel
passato di 200 anni fa il presente ed il futuro dei pregi e difetti
della mente, dove la neuroscienza tenta di dare spiegazione a quella
macchina immensa che è il cervello umano, dove tutto è settoriale, ma
sempre indefinito nel suo percorso emozionale e di scelta logica, finiti
i trattati, direi ripetitivi, e persino monotoni di psicologia e PNL,
una luce mi ha indicato dove cliccare con il puntatore del mio mouse.
Chi sono i Mentalist?
I Mentalist sono delle persone che hanno
fatto delle loro doti, fuori dal comune, magia e sapienza, illusione e
meraviglia, dove credere e non credere è nelle loro mani, visto che
dietro ogni loro “magia“ c’è studio, ricerca, dubbio e tanta tanta
intuizione, ma anche ci sono i limiti umani di comprensione, ascolto e
visione.
Immerso in questo mondo che mi ha sempre
tenuto spettatore sin da bambino, dove ogni magia mi lasciava il dubbio
del trucco, ma anche il sogno dell’impossibile, la mente ha trovato
delle risposte o almeno delle indicazioni dove ricercare/collegare ogni
mio intuizione, per le scelte tecniche e motivazionali del mio lavoro.
Ho letto uno, due, tre libri dove le storie e
i racconti di stili di vita di alcuni mentalist miscelavano con
chiarezza emozioni e i sentimenti di un rapporto “scienza ed
illusionismo”, dove tutto è chiaro, ma spesso sottovalutato, dove la
passione ed ossessione nella ricerca dei limiti è la condanna ad una
sofferenza interiore di risposte che portano sempre ad un “perché“.
I mentalist sono degli artisti, per cui o si
nasce o difficilmente lo si diventa, con la fortuna di percorrere con
facilità (avviene raramente), ma direi quasi sempre con tanta
sofferenza, questo successo in quella direzione che un artista chiama
“amore per quello che si fa”, facendo sognare tante persone, creando
realtà ed illusioni, stile e moda, passione e odio, amore e vendetta ,
il tutto con la scienza e la medicina, dove i limiti dell’uomo, sempre
ben delineati, sono la base di ogni studio e programmazione per quello
che spesso molti chiamano “spettacolo” ed io nello sport chiamo
“realizzare un sogno”.
Secondo Wikipedia, la tradizione dei
mentalist intesi come intrattenitori da palcoscenico risale al XVI
secolo, ma chiaroveggenti e oracoli vengono citati già nei testi degli
antichi greci.
"I mentalist dimostrano di avere capacità mentali o intuitive altamente sviluppate"
( di certo questa definizione mi si addice )
Essere mentalisti vuol dire adoperare la mente
come uno strumento di precisione per leggere quella altrui, influenzare
con logica i pensieri, formulare previsioni e cercare di delineare un
futuro tecnico e di progresso fisico/mentale a chi si affida per il suo
scopo “ludico” come lo sport o la salute atletica.
Il linguaggio del corpo è la guida che spesso
permette di fare le scelte: conscio, subconscio ed inconscio governano
la nostra vita; saperli distinguere e selezionare per ottenere un giusto
rapporto tra logica, utilità, possibilità è fondamentale nello sport.
Molti lo definiscono “sesto senso”, io lo
definisco “passione estrema e logica”, calcolo e tanta esperienza, che,
come natura detta, trova la base nel passato cioè nell’aver percorso
situazioni tecniche e sentimenti direttamente, dove ogni fallimento è la
base per costruire successi e quindi nuove esperienze positive da
trasmettere a chi si cerca di far crescere .
Assimilo un’enorme quantità di informazioni e
le impianto, uso parecchio il mio intuito e non do mai nulla per certo,
solo quando si arriverà al traguardo si potrà giudicare, ma mai il
contrario.
E' questo il mentalismo: un'abilità, che
probabilmente nel mio caso è in parte congenita e in parte appresa.
Tutto ciò che faccio implica di usare la mente al massimo livello
possibile.
A volte è difficile analizzare e spiegare quello che faccio,
perché lo faccio e basta
Pensate per un attimo all'amore. Quando le
persone sono innamorate, sanno come ci si sente: semplicemente "accade" e
per loro è perfettamente sensato. Non analizzano l'amore sul piano
razionale. Uno scienziato ci spiegherebbe che l'amore è chimica, che
quando ci innamoriamo sperimentiamo un'accelerazione del battito
cardiaco, rossore in volto e sudore alle mani per via della dopamina e
della noradrenalina rilasciata dai nostri corpi. Detto in questi termini
non suona più tanto romantico. E non spiega tutte quelle altre cose che
fanno parte dell'innamoramento: finire le frasi dell'altro, sapere cosa
l'altro sta per dire o quella sensazione di camminare sulle nuvole.
Riduce a una scienza esatta un fenomeno che forse non lo è affatto .
Le metafore che spesso narro ai miei
atleti/clienti servono per dare logica a quanto cerco di delineare nelle
loro menti prima di proporre ogni parte tecnica e logica per caso .
Sono la preview di un film, cioè di un percorso oltre la matematica,
dove le sensazioni sono tutto, dove l’autoascolto è il segreto tra
“essere e non essere”, tra credere veramente e dirlo solo.
Le parole ci avvolgono ogni giorno, le
immagini ci proiettano in situazioni impossibili e ci manipolano la
mente tanto da farci credere che è possibile. Questo è quello che
faccio: cercare di dare logica al fatto e non solo confusione
all’illogico.
Scienza, applicazione, programmazione,
dedizione e sensazioni: tutto insieme è la strada verso il successo
personale che mai deve avere un’unica logica e direzione.
Sono anni che lavoro come preparatore
atletico, trainer, maestro; quanti nomi mi sono sentito dare!
Sono
stato, e sono, attore come atleta in tanti sport, ho avuto il piacere e
l’onore di vivere, allenarmi, creare dei veri campioni, grazie a queste
esperienze dove la tabella di allenamento era l’ultima cosa che
interessava: la mente è la migliore forza ma non è da tutti saperla
allenare e sfruttare.
Dopo anni ed anni di studio, di ricerca ho
messo i libri da parte, ho imparato a sentire come gli animali:
l’istinto e la natura fanno il resto.
Certamente esistono animali saggi e meno
saggi, ma questo alla vista di noi umani, visto che per gli animali meno
saggi l’uomo “sapiens” potrebbe sembrare “ridicolo”.
Bene, allora ho coltivato la “prima scelta”,
quel sesto, direi settimo senso che ci dice “è cosi’ ”, quel percorso
che per ogni persona alla mia vista è ben chiaro, ma lui non vede ed è
proprio dei tuoi occhi che necessita, per non perdersi come nel passato
quando panico e stress hanno vinto su logica e positività.
Tengo a sottolineare che ogni scelta fatta,
sia tecnica che emozionale, è ben sottoscritta dalla persona che decide
di affidarsi ad ogni metodica sportiva, per cui a quel giusto rapporto
tra certezze e logica, personalizzazione e tempo disponibile, talento
strutturale e mentale (predisposizione).
Lo sport e la vita atletica sono un bel
sogno, la mente non distingue realtà da sogno se non quando apre gli
occhi e tocca con mano la differenza. Se un atleta sogna, vede il futuro
e lo delinea chiaramente, se i sogni sono incubi o il sogno è un
momento che non esiste più da anni, allora penso che tutta la scienza e
la tecnica non portino mai al successo prefissato.
La tecnologia aiuta spesso a dare
comprensione matematica, ma forse è meglio imparare che la differenza
tra leggere, capire e vivere, un trattato di scienza e sport, è solo un
mucchio di lettere che non troveranno mai realtà, se non per pochi
attimi e spesso al momento sbagliato: bisogna saper selezionare le
emozioni, lì è il vero segreto. Facebook : https://www.facebook.com/sportmentalist 
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